La parola Coronavirus è oramai sulla bocca di tutti da diverse settimane e in questa sede non vogliamo certamente spiegare di cosa si tratta, come sia stata gestita l’emergenza, tantomeno come sarebbe stato più opportuno affrontarla.

Il nostro riferimento è totalmente rivolto ad alcune sensazioni che abbiamo percepito ogni giorno da e per le persone a noi più vicine.
Ansie, paure, timori.
Queste erano le principali emozioni che hanno travolto i cittadini più o meno consapevoli delle reali conseguenze del contagio.

Al contempo tutti a correre ad acquistare mascherine, disinfettanti ed improvvisamente tutti capaci ad inseguire l’ultima indicazione on line per evitare di venire a contatto con persone potenzialmente infette.
Diciamocelo francamente, ognuno di noi quando scopre una patologia (sua o di una persona a lui cara) diventa puntualmente vulnerabile e lo stesso panico infuoca le menti, creando allarmi e tensioni, precludendo quindi lucidità e razionalità.
Tutto questo, spesso, perché insicuri di cosa può accadere.

Il rischio di vedersi inermi davanti al fato è apparentemente enorme anche e soprattutto per scarsità di strumenti adeguati a disposizione, nonostante la nostra medicina sia tra le migliori al mondo.
Ora, non possiamo modificare la sensibilità degli individui ma portarli a riflettere si.
Per esempio, per quanto alcuni eventi possano essere drammatici o preoccupanti, sicuramente aver adottato le giuste precauzioni, può portare ad alleggerire le apprensioni, quantomeno economiche, con la garanzia di ricevere le cure adeguate che ognuno di noi merita.

Come sempre, prevenire è meglio che curare.
Dotarsi di un prodotto assicurativo può evidenziarsi il miglior antidoto per superare (nel pratico) periodi di cure troppo costosi da sopportare, dissipando i propri risparmi, quando (e se) disponibili.

Ci sono due modi per far muovere gli uomini: l’interesse e la paura. (Napoleone Bonaparte)